ORTODONZIA IN ETÀ ADULTA

25 Agosto 2017
nikwp

Fino a pochi anni fa il trattamento ortodontico negli adulti era inconsueto. Nel 1970 meno del 5% di tutti i pazienti ortodontici aveva 18 o più anni di età. Dal 1990 questa categoria ha raggiunto il 25% e negli anni Ottanta il maggior incremento in ambito ortodontico si riferisce proprio al gruppo dei pazienti adulti. Negli anni novanta il numero dei bambini trattati negli studi ortodontici è cresciuto nuovamente. Sebbene il numero degli adulti che si sottopongono a un trattamento complessivo è rimasto pressoché costante dopo la punta raggiunta del 1990, verso la fine di questo decennio gli adulti rappresentavano il 15% di tutti i pazienti ortodontici. La tendenza più recente sembra vedere un incremento del gruppo degli adulti meno giovani (di 40 anni e oltre), che per la maggior parte sono attualmente candidati a un trattamento ortodontico complessivo, piuttosto che parziale. Gli adulti che intraprendono un trattamento ortodontico stanno aumentando considerevolmente e tale fenomeno è imputabile alle sempre maggiori esigenze estetiche della società moderna. Non ci sono differenze fondamentali tra il trattamento negli adulti e quello nei bambini. La risposta a una forza ortodontica può essere più lenta in un adulto rispetto a un bambino, mentre lo spostamento dentale avviene in modo simile a tutte le età.

Si parla di ortodonzia da adulti quando la dentizione permanente e la crescita cranio-facciale sono ormai complete. Se nel bambino si interviene sulla crescita scheletrica in atto, nell’adulto è possibile intervenire solo sui movimenti dentali, ciò nonostante si possono raggiungere ugualmente dei buoni risultati. Con l’avanzare dell’età, infatti, la mobilità dei denti si riduce e sono necessari tempi più lunghi per vantare alla fine un sorriso perfetto.

L’ortodonzia in età adulta interviene su numerose malocclusioni. Si parla di malocclusione dentale quando i denti dell’arcata superiore non sono perfettamente allineati con quelli dell’arcata inferiore.
Le malocclusioni possono essere congenite e manifestarsi con la comparsa dei primi denti da latte e poi con quelli definitivi, oppure possono essere acquisite in seguito a cattive abitudini come: succhiarsi il pollice da bambini, utilizzare il ciuccio dopo i tre anni, spingere la lingua contro i denti o bruxismo. Le malocclusioni possono essere conseguenza alla perdita di uno o più denti non compensata con impianti e conseguente spostamento dei denti vicini allo spazio che si è creato.
Le più frequenti sono:
• Distema, questa si verifica quando c’è troppo spazio tra i denti e tra gli incisivi non si forma nessun punto di contatto;
• Affollamento: in questo caso, invece, lo spazio è troppo poco e i denti si scontrano l’uno con l’altro poiché non hanno il giusto spazio per crescere;
• Sovramorso: la mascella e i denti superiori si sovrappongono troppo alla mandibola e ai denti inferiori;
• Morso crociato: di solito l’arcata dentaria superiore sporge di qualche millimetro rispetto a quella inferiore, ma in questo caso si crea una situazione inversa. Nel morso crociato i denti inferiori sporgono su quelli superiori.
• Morso profondo: i molari chiudono tra loro, ma i denti anteriori superiori coprono troppo quelli inferiori.
• Morso aperto: i molari ed i premolari chiudono tra loro, ma i denti anteriori non si toccano.

Trattare malocclusioni moderate o gravi è sempre un vantaggio anche in età adulta. I denti poco allineati sono più difficili da pulire e un sorriso armonioso è un sorriso anche sano.

Oltre alle esigenze funzionali di un apparecchio ortodontico subentrano anche esigenze estetiche delle quali i più giovani possono anche fare a meno. Sul mercato sono presenti una grande varietà di apparecchi anche trasparenti che stanno incoraggiando sempre più adulti a risolvere problemi di allineamento dentale.

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